Le pompe ad alta pressione hanno svariate applicazioni in numerosi campi professionali: tra questi c’è anche l’industria della gomma.

In particolar modo sono adoperate al termine del processo produttivo dei tubi in gomma ad alta pressione impiegati nell’industria oleodinamica per la realizzazione di svariati impianti che prevedono circuiti con olio in pressione. Ad esempio per macchinari come muletti e gru. Alla stessa maniera, questi tubi vengono prodotti e utilizzati per il trasporto dell’acqua in pressione.

Come si realizzano i tubi ad alta pressione

I tubi in gomma ad alta pressione sono basati su un’anima in materiale plastico attorno alla quale vengono intrecciati fili di acciaio. Su questa struttura, infine, viene vulcanizzata la gomma che ricopre il tubo nella parte esterna.

Per la lavorazione del tubo, in particolare per l’intreccio dei fili in acciaio, viene adoperato un particolare mandrino. Il tubo, a fine lavorazione, viene avvolto su di un tamburo in bobine che possono raggiungere anche centinaia di metri di lunghezza.

Terminato il processo produttivo, quindi, bisogna estrarre il mandrino dall’interno del tubo, ed è qui che entra in gioco la pressione dell’acqua e le unità water blasting.

L’estrazione del mandrino

Le unità water blasting e le pompe ad alta pressione sono gli unici sistemi consolidati nell’industria della gomma, almeno negli ultimi decenni, per estrarre il mandrino dai tubi a fine produzione.

PTC ha realizzato moltissimi impianti di questo tipo per i principali produttori mondiali di tubi, sia italiani che esteri. Nelle immagini che vi mostriamo, ad esempio, possiamo vedere un impianto realizzato da PTC per un’azienda italiana che ha fornito l’intero sistema produttivo a un costruttore di tubi, in due unità gemelle destinate a uno stabilimento in Thailandia e un altro sito industriale in Cina.

Ma come si estrae il mandrino?

Quando la realizzazione è completa, il tubo viene collegato a delle morse vengono attivate le pompe dell’unità water blasting affinché spingano l’acqua in pressione all’interno del tubo. Inizialmente, il flusso d’acqua fatica ad uscire perché il mandrino fa da tappo, ma in pochi attimi e senza sforzo riesce a creare un cuscino tra il mandrino all’interno del tubo e la superficie interna del tubo stesso, facendosi così strada per tutta la lunghezza del tubo, fino a che non esce dalla parte terminale della bobina.

Una volta fuoriuscita, la spinta dell’acqua produce una forza meccanica che fa sì che il mandrino esca dall’estremità terminale.

Il test di collaudo

Il sistema composto dall’unità water blasting, oltre che per l’estrazione del mandrino, interviene anche per la fase di collaudo del tubo, attraverso una verifica necessaria alla certificazione e alla tracciatura del lotto di produzione.

Quando il mandrino è completamente uscito, infatti, il tubo viene flussato con l’acqua pompata, la pressione decade e viene fatto un test di pressione per controllare che il tubo sia conforme alle specifiche richieste.

Messo da parte il mandrino, il tubo viene collegato in un circuito chiuso, le pompe vengono predisposte per mettere in pressione il tubo fino al valore di test stabilito, raggiunto il quale vengono fermate le pompe.

A quel punto, il sistema registra che non ci siano cadute di pressione legate a delle potenziali perdite, nel qual caso il tubo viene completamente scartato o viene eliminata la parte difettosa.

L’impianto PTC

water blasting mandrin removal 4 - ptc italiana

L’impianto realizzato da PTC per il caso citato consta di uno skid con 3 unità per la gestione del processo di estrazione e del collaudo:

  • 2 pompe per l’estrazione del mandrino, ad alta portata (50 litri/minuto) e bassa pressione (400/500 bar),
  • 1 pompa per il pressure test ad altissima pressione (fino a 1500 bar) e bassa portata (18 litri/minuto)

Sull’unità, inoltre, è stato installato un serbatoio di accumulo da 800 litri di acqua.